Come creare una sinergia tra PA ed ecosistema dell’innovazione per catalizzare il valore aggiunto di startup e PMI innovative

“Le ragioni per non implementare l’Open Innovation sono di secondo ordine: la scomoda verità è che l’Open Innovation funziona” Robert Madelin Senior Innovation Adviser to the President of the European Commission (2015-2016)

Nonostante l’ampia condivisione dell’urgenza di riformare la Pubblica Amministrazione in Europa e oltre, l’Open Innovation stenta ancora a esprimere appieno il suo potenziale. Tra gli ostacoli identificati, la rigidità strutturale del settore pubblico e un mismatch tra domanda e offerta sono tra le principali cause di questo ritardo. Dopo gli esempi virtuosi della città di Amsterdam, che nel 2015 ha lanciato lo Startup in Residence Program, o del Sudan che ha dato vita alla collaborazione tra la Social Security Investment Authority of the Ministry of Labour and Social Development e le startup GIZ e Impact Hub Khartoum per innovare il settore agricolo, è giunto il momento anche per l’Italia di intraprendere i primi passi in questa direzione.

​Un nuovo paradigma

In Italia l’Open Innovation sta progressivamente guadagnando terreno, segnando uno stato di sviluppo promettente. Tuttavia, il percorso non è privo di sfide. Nonostante i primi passi mossi all’interno del nostro Paese con Appaltinnovativi.gov e dati.gov.it, rimangono resistenze e difficoltà a superare le tradizionali strutture aziendali e istituzionali. In questo scenario, Lattanzio Business to Government nasce come programma di venture development sviluppato da Lattanzio KIBS nel contesto dell’Open Innovation. Il suo modello permetterebbe di ridurre le inefficienze che caratterizzano il rapporto tra startup, PMI innovative e la Pubblica Amministrazione. In una realtà in cui la comunicazione tra questi due mondi è spesso inadeguata o addirittura assente, Lattanzio Business to Government si propone, dunque, come il collante che unisce domanda e offerta nel settore dei servizi innovativi per la Pubblica Amministrazione. Per farlo, il suo modello interagisce con numerosi stakeholders: l’obiettivo è sviluppare una logica di business che sia vantaggiosa per entrambe le parti coinvolte.

Dal Business al Government: un’indagine empirica

Di recente, nel contesto dell’evoluzione del progetto, è nata la volontà di rispondere ad un interrogativo: come potrebbe Lattanzio Business to Government contribuire a ridurre gli ostacoli che ancora oggi limitano i processi di Open Innovation nella PA?  A tale scopo è stato condotto uno studio empirico che ha visto il coinvolgimento di più di 20 tra startup e incubatori. Tra questi, il 29% considera il mercato pubblico come primario, mentre una maggioranza del 71% lo relega a un ruolo marginale. Tramite interviste qualitative, le realtà innovative italiane sono state interrogate sul loro rapporto con la Pubblica Amministrazione, sui limiti che in esso riscontrano e sulle potenzialità future che in esso vedono. Incoraggianti sono i dati emersi: il 90% degli intervistati è desideroso di collaborare con il settore pubblico, sia nel presente che in futuro, mentre solo un 10% sembra ignorarlo nei propri piani di business. Questi risultati testimoniano sicuramente il notevole potenziale e impatto che una tale azione di intermediazione avrebbe su entrambi i mercati. Tuttavia, affinché questo si realizzi, sarà necessario consolidare il rapporto e sarà fondamentale farlo rispettando alcuni accorgimenti, gli stessi suggeriti da coloro che saranno i futuri protagonisti di questa rivoluzione.

L’evoluzione futura

Il futuro del Business to Government si presenta come una “nuova era” di collaborazione tra innovazione e Pubblica Amministrazione, in grado di superare le barriere che fino ad oggi hanno limitato la diffusione dell’Open Innovation nel settore pubblico. Con una strategia ben strutturata e un impegno condiviso, B2G potrebbe rivoluzionare l’approccio della PA all’innovazione. Per riuscirci, bisognerà aprirsi a partnership con i principali attori dell’ecosistema e consolidare la propria credibilità. Tuttavia, si deve ancora riflettere sui tempi di intermediazione e gestione della relazione. Entrambi potrebbero rivelarsi fondamentali nel determinare il successo o l’insuccesso dell’iniziativa e nel facilitare o meno gli attori coinvolti.

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